I microinterruttori, risalenti circa al 1930, furono registrati come brevetto e introdotti nel mercato sotto forte richiesta delle industrie. In poche parole, si tratta di un interruttore elettrico che grazie ad un infimo movimento, riesce ad azionare un movimento relativamente grande su più contatti elettrici. La durata del ciclo varia in base alle esigenze di ogni impianto.

Approfondiamo l’argomento con informazioni tecniche, estrapolate dal nostro confronto avuto con i tecnici del pronto intervento elettricista a Genova presente su questo sito.

Le tipologie di microinterruttori

Esistono numerosissimi tipi di microinterruttori, e ognuno di loro svolge una propria funzione, al fine di realizzare un obiettivo.

  • Come primo esempio, possiamo parlare del Microinterruttore Stagno, che generalmente si trova all’interno dello scaldabagno a gas, installato per ottimizzare il funzionamento del boiler, che spegnerà il riscaldamento quando avrà raggiunto la temperatura impostata, e si riattiverà al momento di un possibile calo.
  • Possiamo passare poi al Microinterruttore a Slitta, utilizzato generalmente come interruttore di alimentazione, e quindi più visibile in quanto attivabile manualmente. È uno dei più conosciuti, in quanto è contraddistinto dalle famose scritte On e Off, poste in evidenza sulle due estremità dell’interruttore. È perfetto per gestire il flusso della corrente in piccoli circuiti.
  • Per ultimo, ma non per importanza, abbiamo il Microinterruttore 12v, ovvero il famosissimo interruttore che controlla l’accensione e lo spegnimento di molte tipologie di circuiti. Viene generalmente applicato sulle autovetture, soprattutto quelle di ultimissima generazione, che sfruttano la tecnologia keyless, dove è necessario solamente il pulsante di accensione; motori ad uso industriale; dispensatori d’acqua di grandi portate; una moltitudine di altre apparecchiature che usufruiscono di questa tecnologia ormai conosciutissima, ma ancora oggi essenziale. Sono diversi i tipi di Microinterruttori 12v, tra cui quelli a leva, a pulsante, con luce led e infine quelli in acciaio, per poter assistere alle esigenze di ognuno di noi.

Gli usi dei microinterruttori

I microinterruttori sono versatili con qualsiasi modalità, in quanto risultano sempre e comunque estremamente affidabili. Sono spesso utilizzati per i controlli nei circuiti elettrici, come meccanismo di chiusura delle porte del microonde, nei sistemi di livellamento, per rilevare la carta bloccata nella stampante e nell’ambito della sicurezza degli ascensori.

Tornando al settore domestico, sono usati con ricorrenza sugli infissi quali finestre e porte, grazie ai quali è possibile installare sensori di movimento e rilevare un qualsiasi minio movimento o prova di accesso illecito nell’abitazione o nello studio. In ambito industriale invece, sono utilizzati per identificare i blocchi della linea di produzione e per arrestare eventualmente il nastro trasportatore. Possono lavorare manualmente oppure attraverso una serie di combinazioni motorizzate, in autonomia.

Il più famoso microinterruttore

Uno dei microinterruttori più conosciuti, in quanto utilizzato dalle industrie di Volkswagen e di Mercedes, è il Marquardt, applicato alle automobili un po’ più di lusso e con dei prezzi piuttosto elevati. Generalmente è posto a forma di pulsante tondo appositamente per l’accensione e lo spegnimento della vettura, senza l’ausilio meccanico di chiavi.

Perché usarli e quanto costano

Per quanto riguarda il perché questo appare ovvio. Con un microinterruttore puoi gestire un qualsiasi impianto o macchinario con un piccolo e semplice gesto. Poi tutto torna al fatto che il costo varia tra 1€ e 50€, in base alle esigenze e alla qualità di cui si ha bisogno.

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